Sembra ormai prossima a una soluzione la vertenza degli Allievi Ufficiali diplomati negli istituti tecnici nautici italiani. Una vertenza segnata positi- vamente dalla recente firma a Roma dell’accordo tra sindacati di categoria, Confederazione italiana armatori (Confitarma) e Fedarlinea (Federazione Ita- liana Armamento di Linea) sull’imbarco degli allievi uf- ficiali, sottufficiali e comuni per tutti i 12 mesi necessari al conseguimento delle certifica- zioni previste dalle normative internazionali e dovute come periodo di formazione e certifi- cazione. Un accordo che atten- de ora la necessaria ratifica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’adozione dei provvedimenti dispositivi che concederanno agli allievi il rico- noscimento di questo periodo di formazione per il passaggio
di grado previo superamento dell’esame previsto.
L’intesa giunge in un mo- mento di drammatica crisi occupazionale del settore ma- rittimo, una crisi amplificata dalla mancanza di controlli nella formazione degli equi- paggi e da una legislazione da più parti ritenuta inadeguata, che sinora ha consentito una grave perdita di competitività del personale italiano e favorito un impiego troppo spesso indi- scriminato di personale extra- comunitario. Da qui l’urgenza di incentivare gli armatori ad offrire una valida prospettiva alle giovani leve della marineria italiana: un’opportunità dive- nuta ora conveniente anche sul piano del costo del lavoro, e che al contempo consentirà ai neodiplomati una concre- ta opportunità di accesso al mercato del lavoro con valide prospettive di impiego.
Un impiego reso sempre più problematico da un mercato marittimo divenuto globale che, di fatto, consente agli armatori di privilegiare il reclutamento di lavoratori a basso costo, per lo più provenienti dal sud est asiatico: è il caso del particolare regime di tassazione forfettaria denominato “tonnage tax”. Un meccanismo che obbliga ogni compagnia italiana che ne beneficia ad imbarcare a costi proibitivi (e comunque ben al di sopra di quelli degli omolo- ghi internazionali) un allievo ufficiale, rendendo in questo modo assai più conveniente il pagamento di una penale tutt’altro che irrisoria .
Oltre che sul versante dell’im- piego, l’accordo tra armatori e sindacati confederali sancisce un importante riconoscimento per il sistema nazionale della formazione, che vede impe- gnati in prima linea i 45 istituti nautici della Penisola, veri e propri poli didattici e insieme
centri di addestramento pro- fessionale. Un sistema che, pur tra le enormi problematicità delle strutture e la dotazione sempre più carente di risorse per il personale docente, con- tinua a rappresentare l’unica concreta speranza di un lavoro futuro, soprattutto nel Meri- dione e nelle Isole. Un ruolo che lascia intravedere l’esatto contrario di una crisi delle vocazioni, come testimoniano i 2074 diplomati dello scorso anno (suddivisi rispettivamen- te tra 1331 di coperta e 743 di macchina) e un numero di nuo- vi iscritti in costante crescita. Numeri di un Paese che sembra ostinarsi a non voler rinunciare alla propria vocazione maritti- ma: una vocazione siglata con inchiostro indelebile nei suoi oltre 8 mila chilometri di coste e nelle cifre relative al cluster marittimo che contribuisce per il 2,6% al Pil nazionale.
Quanto al dettaglio delle misure previste dall’accordo del 26 febbraio e valido su tutte le navi di bandiera italiana, il protocollo prevede per gli allie- vi imbarcati, oltre alla regolare copertura assicurativa (contro gli infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile verso i terzi), un’indennità minima mensile di 650 euro per gli allievi ufficiali, di 600 euro per gli allievi sottufficiali e di 550 euro per gli allievi comuni. Alla conclusione del percorso for- mativo, una volta conseguita l’abilitazione professionale gli allievi ritenuti idonei potranno essere arruolati dall’impresa ar- matoriale con cui hanno svolto il periodo di formazione.
Quello sottoscritto da impre- se e lavoratori marittimi non è soltanto un impegno verso le giovani generazioni, ma è soprattutto un’opportunità: a ciascuno, per la propria parte, il dovere di coglierla.
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