L’espansione della Cina, paese che si estende dal Kazakhistan fino alla Russia, dalla Mongolia fino al Vietnam, affascinante e incantevole che già ammaliò nel XIII secolo l’italiano Marco Polo, continua anche negli oceani con prossima tappa la creazione di una base navale a Hambantota nello Sri Lanka, ricordato nostalgicamente come Ceylon ,la “lacrima dell”India”.
Il modo di operare di Pechino all’estero è ormai noto: politico, culturale, economico industriale e anche militare, all’insegna di una guerra combattuta senza armi convenzionali che sembra una lunga, estenuante partita a scacchi giocata con gli Stati Uniti d’America e l’Occidente per scopi finanziari nonchè della geopolitica planetaria che include una operazione ambiziosa come il controllo del traffico mondiale delle merci.
In questo momento si assiste però a un rallentamento del commercio cinese con una flessione dell’ export su base annua del -5% ed un calo dell’ import del -7,6% per effetto di una domanda più debole che aggiunge incognite anche per una veloce ripresa dei traffici marittimi da e per i porti cinesi tenuto conto, come è noto, che tra i primi dieci porti commerciali più grandi e importanti del mondo, sette sono in Cina.
Il traffico dai porti cinesi è indubbiamente rallentato e in rada a Shanghai, Ningbo e Yantian in questo momento ci sono circa 90 navi portacontainer che si fermeranno per una sosta superiore a quella dello scorso anno che era di 45 giorni. Il rallentamento delle operazioni di export ed import dai porti cinesi provoca anche una guerra dei prezzi mentre la sosta prolungata delle navi portacontainer nelle rade sopracitate si riconduce anche alle modalità operative delle grosse società di navigazione che hanno portato a vari di navi di grande capacità di trasporto –negli ultimi mesi ne sono state varate otto-con il rischio che queste nuove costruzioni saranno costrette alla inattività. Emblematico il caso di due navi di una grossa società di navigazione varate nel 2023 che entreranno in servizio attivo il prossimo anno.
A oggi si registrano enormi volumi di trasporto disponibili a fronte di moderati volumi effettivi di carico in quanto l’offerta e di gran lunga superiore alla domanda con noli molto bassi. Intanto sul sistema dei trasporti marittimi ed in particolare su alcune strutture portuali europee che si affacciano nel Mediterraneo — tra le quali Gioia Tauro – comincia a destare preoccupazione la nuova normativa europea “green” che porterà gli armatori ad optare per i porti del nord Africa a discapito degli scali europei.