Si continua a parlare di formazione con l’inserimento di nuovi corsi ma, nel caso degli allievi ufficiali, assistiamo ad un’inquietante contraddizione: coloro che escono dagli Istituti Nautici sono pronti a entrare nel mondo del lavoro, tuttavia esiste uno sbarramento che impedisce loro l’imbarco.
Dunque investiamo per formare i nostri ragazzi e poi non gli consentiamo di mettere a frutto la loro preparazione? E’ proprio così, ed è la stessa Legge italiana ad avere i
presupposti di una incompatibilità che rischia di fare scomparire un’intera categoria di professionisti dal nostro Paese.
Dal nostro osservatorio diretto, come riportato su “Vita e Mare”, constatiamo ogni giorno che l’imbarco di questi ragazzi è diventato sempre più difficoltoso.
Le navi battenti bandiera italiana, che dovrebbero accogliere almeno un allievo per ogni unità iscritta al registro internazionale, non osservano tale obbligo, salvo rare e virtuose eccezioni .Il nostro Paese sta vivendo una grave crisi economica e politica, con crescita di disoccupazione e conseguente povertà che coinvolge un terzo delle famiglie; in questo scenario si inserisce la crisi occupazionale che ha investito il settore marittimo italiano ma nessuno ne parla perché i marittimi sono una piccola forza lavoro, senza peso politico.
Riteniamo che non si possa rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo nel mondo marittimo italiano e al silenzio che lo circonda nonchè alla mancanza di iniziative per sbloccare la situazione.