Riprende slancio in Italia l’attività di alcuni porti. In attesa di una ripresa economica solida, convincente e davvero diffusa, un’iniezione di fiducia e di ottimismo per l’intera economia nazionale arriva ancora volta dal settore marittimo e in particolare dal fronte dei traffici marittimi di container da sempre individuato dagli analisti come un comparto tra i più orientativi sullo stato globale di un’economia.
Facile quindi comprendere quanto sia rimarchevole osservare una ripresa dei traffici su mare, e in particolare lungo le rotte che dall’Oriente (dalla Cina soprattutto) si intensificano di navi cargo stipate di prodotti destinati al consumo europeo, e viceversa. In particolare, a mostrare un’inattesa quanto positiva vitalità è il Mediterraneo occidentale, con una serie di porti, compresi quelli italiani, che sembrano affrettare il passo e recuperare il terreno perduto negli ultimi anni a favore del traffico continentale del settentrione, da sempre segnato da un gigante del calibro di Rotterdam. Una ripresa, quella del settore dello shipping, che merita massima attenzione dal momento che, a dispetto dei traffici aerei e di quelli su strada, otto merci su dieci sul pianeta continuano a transitare via mare.
Sotto questa luce a tinte rosee si inseriscono i dati di segno tutto positivo registrati dagli approdi italiani. E’ il caso di Genova, capace di segnare nel 2017 una serie di record assoluti nella movimentazione delle merci con proiezioni a dir poco ottimistiche sul dato definitivo dell’anno in corso, a testimonianza di una ripresa consolidata dello scalo ligure su tutta la concorrenza mediterranea e il suo recuperato ruolo di protagonista, con il conforto di altre realtà rilevanti come La Spezia e Livorno, solo per citarne alcune.
Sta di fatto che importanti società di ricerca del settore come Drewry e Alphaliner convergono nel registrare la netta inversione di tendenza segnata in questo 2017 rispetto alle criticità dell’anno passato: un trend di segno positivo confermato anche da altri indicatori come l’incremento della domanda di nuovi container e dei prezzi dei noli, in un mercato in rapida trasformazione tra progetti di alleanze tra vettori e un numero di concorrenti mondiali che si è ridotto a pochi ma agguerritissimi players. Un tema, quello delle grandi compagnie marittime mondiali del trasporto merci su container che, allo stato attuale, vede la collaborazione di tre grandi alleanze: Ocean Alliance, The Alliance e 2M. La collaborazione fra compagnie di navigazione che porta alle alleanze , nasce dall’esigenza di condividere i rischi, i costi e gli investimenti connessi alla creazione e al mantenimento di un network di collegamenti di linea in grado di soddisfare le esigenze delle moderne “ supply chain”.
Il ruolo da protagonista dell’Italia in questo settore strategico è tenuto da un attore del calibro della MSC – Mediterranean Shipping Company, fondata a Napoli quasi 50 anni fa e controllata dalla famiglia Aponte .
Rimarcata la valenza di termometro delle economie nazionali, con l’offerta di riferimenti oggettivi e quindi inequivocabili per comprendere in quale direzioni e lungo quali rotte procede l’economia mondiale, il settore dello shipping si propone e si impone oggi come una pedina cruciale nelle ambizioni di qualsiasi realtà che ambisca a intercettare una fetta più o meno ingente dell’enorme flusso merceologico da e per la Cina. Un flusso di beni che monopolizza ogni giorno di più il mondo, con gli scali del gigante d’Oriente che sono il teatro quotidiano delle operazioni di carico e scarico di oltre il 40 per cento delle merci del pianeta: per intenderci, una cifra pari a più del doppio della movimentazione merci di tutto il continente europeo.
Nicola Silenti
destra.it