Attualmente nel mercato mondiale vengono movimentati container per 400 milioni di TEU, con un incremento costante che ripercuote i suoi effetti anche nel Mar Mediterraneo, i cui Terminal devono essere capaci di rispondere in maniera efficace alle continue evoluzioni del settore.
Accanto alla necessità di aumentare il pescaggio per consentire l’attracco delle sempre più maestose navi porta-container, i Terminal italiani devono quindi adoperarsi per consentire l’ottimizzazione di tutte le operazioni di carico e scarico che devono peraltro essere svolte nel più breve tempo possibile.
Questi ed altri temi sono stati affrontati nel corso dell’intensa giornata di studi “Le nuove frontiere della logistica dei Terminali per contenitori”, organizzata dal CE.S.T.A.M. (Centro Studi Trasporti Aerei e Marittimi) dell’Università di Cagliari che si è tenuta il 23 Marzo scorso nella Sala Convegni dell’Autorità Portuale di Cagliari. Autorità locali, operatori, studiosi si sono confrontati con i maggiori esperti europei del settore sulla gestione dei Terminal e sulle tendenze evolutive dei mezzi di handling portuale.
Nel corso dei lavori sono state affrontate le varie sfaccettature della tecnologia del Terminal che deve essere flessibile nei confronti del trend in crescita del settore, dei vincoli di natura ambientale dovuta ai suoi limiti fisici e della necessità di sviluppare strumenti di simulazione adatti che anticipino scelte future di stoccaggio e di movimentazione. Dai vari interventi è emerso che l’elevato contenuto tecnologico del Terminal consente un margine di miglioramento sia sulle professionalità presenti nel terminal stesso che sulle infrastrutture.
Gli operatori devono però nel contempo evitare i costi fissi legati ad investimenti importanti in un mercato che presenta interessantissime prospettive di crescita, ma che appare suscettibile di cambiamenti repentini dovuti a molteplici fattori come la richiesta sempre più pressante di nuovi volumi di traffico. Accanto ad i problemi legati alla qualità delle infrastrutture e di innovazione presente, non è mancato il riferimento alla necessità di operatori specializzati capaci di rispondere alle richieste provenienti dalle navi che trasportano i container stessi, siano essi del comparto logistico oppure manovratori delle gru.
Al termine delle previste esposizioni, si è svolto un interessante dibattito ed una tavola rotonda che ha coinvolto anche il pubblico presente in sala con vari interventi sugli argomenti trattati e riconducibili anche alla situazione attuale sul ruolo delle città portuali e dei trasporti marittimi nello sviluppo del Mezzogiorno richiamando ovviamente anche quello del Porto Canale di Cagliari che, secondo i dati della C.I.C.T., continua a crescere facendo registrare un incremento di contenitori movimentati del 27,6% rispetto al 2004, proponendosi quindi come punto di riferimento del “transhipment” nel Mediterraneo.
In questo ultimo contesto non sono mancati stimoli per una riflessione sul rilancio della portualità nazionale che manifesta indubbiamente una perdita di competitività rispetto agli altri scali marittimi del Mediterraneo e del Nord Europa. “E’ fondamentale avviare almeno un grande Progetto capace di dare un’efficace risposta alle nuove esigenze del mercato dei trasporti e della logistica in una visione di medio e lungo termine e che faccia da traino a tutto il sistema portuale”, come ha dichiarato Stefano Costa della TBridge S.p.A.. “Ci sono carenze istituzionali riconducibili alla mancata riforma della Legge 84/94 e ad una chiara definizione di competenza sui porti tra Stato e Regione” – ha replicato Nicola Silenti, Responsabile della Delegazione di Cagliari del Collegio Nazionale CLC e CM, aggiungendo che – “ci sono anche ritardi nella realizzazione delle infrastrutture e nei lavori di dragaggio sui porti indispensabili per poter accogliere le nuove navi porta-container.
Al termine del dibattito, infine, l’Ammiraglio Nicola Silenti, in qualità di Responsabile Nazionale del Collegio per le problematiche inerenti l’istruzione e la professionalità della Gente di Mare, ha ricordato l’aspetto del convegno laddove citato il gigantismo navale anche per le navi porta-container, ponendo l’accento sulla formazione e l’aggiornamento professionale dei Marittimi che sono i principali soggetti che delineano il successo del trasporto marittimo dal punto di vista “dell’interesse pubblico della spedizione, in relazione alla sicurezza della navigazione, delle persone e delle cose che si trovano a bordo.”
Pinna Monni Pubblicato su “Vita e Mare” Marzo-Aprile 2006