Una questione di orgoglio, di rispetto e di dignità. Al centro dell’interesse e delle ragioni del popolo sardo resta vitale come non mai la questione della continuità territoriale marittima dell’Isola verso il continente. Una faccenda che interessa il lavoro e più in generale l’esistenza di tutti i cittadini sardi, oggi più che mai indignati per l’inaccettabile applicazione di un diritto da tutti riconosciuto sacrosanto.
Fulcro del dibattito e delle dispute dialettiche della politica di ogni colore e schieramento, oggi il tema della continuità raccoglie attorno alla sua mala applicazione l’unanime dissenso della cittadinanza isolana, raccogliendo intorno al suo nome le proteste indignate di tutti.
In attesa dei prossimi sviluppi appare ormai certa la stipula di una nuova gara in vista di una nuova convenzione: un nuovo patto per la continuità ispirato anche da una nuova attenzione verso il traffico delle merci, vero motore di un rilancio complessivo della economia isolana. Lasciati al beneficio d’inventario le dichiarazioni d’intenti ai conoscitori della materia marittima pare evidente come sia assai improbabile ottenere davvero una soluzione al problema dei rincari delle tariffe lasciando campo libero e briglie sciolte al libero mercato tout court.
E’ oramai un dato di fatto che l’interesse degli armatori privati per le tratte da e verso la Sardegna si concentri, in assenza di un incentivo pubblico, soltanto nel periodo estivo del grande afflusso dei vacanzieri. Da qui l’importanza del contributo statale, l’unico strumento capace di affrancare i cittadini sardi (e le merci isolane da esportazione) dalle speculazioni del mercato e quindi da un’impennata dei prezzi dei biglietti.
Nella vicenda intervengono anche i sindacati confederali dei lavoratori impegnati nel settore trasporti che attaccano il Ministero dei trasporti per l’inerzia dimostrata fino ad ora per il rinnovo della concessione pubblica per la continuità territoriale marittima. La convenzione attuale in scadenza il 18 luglio deve essere firmata a Cagliari senza assolutamente escludere la Regione, che ha avuto confermate le proprie competenze anche dalla Corte Costituzionale.
Nicola Silenti
(ilsarrabus.news)