Emergenza rientrata per il Centro Internazionale Radio Medico (CIRM) che ha rischiato di dichiarare “conclusa la missione umanitaria” cominciata nel lontano 1934 e portata avanti fino ai giorni nostri, 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, con estrema serietà e competenza da medici professionisti capaci di comunicare in varie lingue. Secondo quanto pervenuto dal CSM Salvatore Scotto di Santillo (che cura per il CIRM i rapporti con i sindacati marittimi fin dal 1984), il Ministero dei Trasporti ha infatti assicurato che è stato firmato il Decreto per l’integrazione dei fondi 2008 con la piena contribuzione anche per il 2009.
Inversione di rotta del Governo quindi dopo la protesta da parte del Centro che, per circa 20 giorni di luglio, ha limitato ai soli casi di eccezionale urgenza l’assistenza medica gratuita a distanza ai membri dell’equipaggio di imbarcazioni di qualsivoglia natura e nazionalità, in navigazione nel mondo e prive di medico di bordo.
La passione per la professione medica e per il mare si era infatti scontrata purtroppo con il notevole disagio economico scaturito dalle recenti leggi finanziarie che hanno decurtato progressivamente il contributo statale previsto dalla Legge 23.12.1996 n. 647 ed hanno reso così necessario, nel tempo, sospendere le attività di studio e ricerca e l’attività editoriale e di formazione del personale navigante e degli studenti degli Istituti Nautici ed, infine, ridurre al minimo indispensabile il personale operativo ed amministrativo e far ricorso ad onerosi fidi bancari. Il CIRM, che “in 73 anni di vita ha assistito circa 60.000 marittimi di ogni nazionalità e, solo nel 2007, ha curato 1.815 pazienti e collaborato a portare a termine 65 missioni di soccorso aeronavale”, ha comunque proseguito con grande impegno le sue attività di soccorso, limitando le complicazioni a bordo e riducendo i rischi e le difficoltà dell’emergenza in mare, spesso ricorrendo al “trasbordo del paziente su nave fornita di servizi medici o al prelievo del malato con mezzi navali-aerei per una rapida ospedalizzazione”. Il tutto in stretta collaborazione con il Centro Nazionale di Coordinamento per la Ricerca ed il Soccorso in Mare (IMRCC) del Comando Generale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera e con l’Assistenza Telemedica Marittima (TMAS) di altre nazioni.
Nel corso dell’estate il CIRM aveva denunciato l’impossibilità di riuscire a garantire ancora quella fondamentale “funzione pubblica riconosciuta di grande qualità ed efficacia dalle organizzazioni marittime nazionali ed internazionali”. Funzione ribadita anche dai sindacati del settore che hanno chiesto al Governo provvedimenti urgenti affinché il Centro non incorresse nel rischio di sospendere l’attività per carenze di fondi e continuasse a fornire ai marittimi il diritto all’assistenza medica sul posto di lavoro. Riprendendo le parole del Presidente del CIRM, Ammiraglio medico Agostino Di Donna, il Centro, eretto ad Ente morale nel 1950 proprio per il suo carattere solidaristico di protezione sociale, ha corso il rischio di “riconsegnare al Governo Italiano le responsabilità relative alle sue funzioni di Centro Italiano Responsabile dell’Assistenza Telemedica Marittima”. Al momento, quindi anche in seguito ad importanti e tempestivi interventi del Cluster Marittimo Italiano, degli Organi Governativi e dei Sindacati dei Marittimi, il CIRM potrà affrontare il futuro con maggiore ottimismo e con la “certezza di avere sempre vicina la Gente di Mare, di poter contare sulla loro solidarietà e di vedere assicurato il proprio futuro nella preziosa e pluriennale attività dedicata alla salvaguardia della salute e della vita umana in mare”.
Nicola Silenti
Pubblicato su “Porto Nuovo”