Qualche timido segnale di un’inversione di tendenza che fatica ad imporsi e a diventare generalizzata. E’ una fotografia a luci e ombre quella scattata dalle ultime cifre ufficiali fatte registrare dal comparto marittimo nazionale nei suoi settori fondamentali del trasporto passeggeri e merci. Numeri in chiaroscuro di un settore, quello del mare, ancora alle prese con i morsi di una crisi economica tutt’altro che archiviata, ma capace di mostrare al contempo una vitalità e uno spirito reattivo di gran lunga più energico e vigoroso di altre realtà cruciali dell’economia tricolore.
E’ da accogliere senza dubbio nel senso positivo di un cambio di passo d’insieme il dato positivo di una crescita dell’1,7 per cento registrato nel 2016 da Contship Italia nella movimentazione delle merci nei propri terminal marittimi nazionali, e di un ulteriore più 9,7 per cento nel trasporto intermodale, sia marittimo che terrestre. Un dato certamente importante da mettere in risalto nell’economia di settore, se si considera la leadership del gruppo nel settore della logistica dei terminal containers in scali strategici come La Spezia, Ravenna, Gioia Tauro e Cagliari. Numeri positivi che, letti in uno sguardo d’insieme, segnalano l’apertura di spiragli interessanti di crescita nei mercati dell’Europa meridionale, sebbene i volumi trasportati negli scali di Cagliari e Gioia Tauro non abbiano fatto registrare una vera e propria svolta positiva, specie nel capoluogo sardo dove le unità movimentate nel porto industriale sono state circa 15 mila in meno rispetto all’anno precedente. Un settore, quello dello shipping, che in Italia sembra continuare a mostrare segnali altalenanti di instabilità, in una fase di transizione che fatica a concludersi, con le compagnie di navigazione ancora alle prese con un ripensamento strategico complessivo e una riorganizzazione dei servizi erogati. Una condizione simile a quella vissuta dal gruppo Fincantieri, che dopo anni di ripensamenti e una durissima ristrutturazione aziendale ha annunciato, dopo quello in perdita del 2015, la chiusura del bilancio 2016 in utile e scenari ancora più rosei in previsione per quello 2017.
Di certo anche il 2016 si è chiuso all’insegna del porto di Genova, capace di segnare ancora una volta una serie impressionante di numeri record nei settori del traffico dei containers e delle crociere, con oltre un milione di passeggeri trasportati in più rispetto all’anno precedente. Numeri di buon auspicio, che vanno ad aggiungersi all’incremento dei passeggeri dei traghetti (più 4,4 per cento) per un totale di oltre 3 milioni di persone trasportate per una crescita complessiva pari al 9 per cento.
Aspettative tutt’altro che deluse anche dai porti del nord Sardegna, cresciuti rispetto al 2016 nel traffico passeggeri di oltre il 17 per cento. Un aumento pari a quasi 650 mila passeggeri trasportati in più negli scali di Olbia, Porto Torres e Golfo Aranci, per un totale di quasi 4 milioni e mezzo di persone transitate: numeri di un bilancio che di questi tempi appare mirabolante anche agli occhi dei più scettici, per di più se si considera che dalle ultime analisi sono esclusi i dati sul trasporto crocieristico, che nel solo 2016 hanno riguardato, nei porti della Sardegna settentrionale, oltre 200 mila turisti. Tutte cifre che pongono le realtà nord isolane in netta controtendenza rispetto alla media nazionale, tutt’ora in calo: un segnale inequivocabile della vocazione dell’Isola al ruolo di crocevia dei traffici del Mediterraneo occidentale.
Nicola Silenti
(destra.it)