Cari amici,
nel ringraziarvi della collaborazione, partecipazione e supporto alle varie attività della Delegazione di Cagliari, informo che purtroppo perdura anzi aumenta l’incertezza sul futuro dei marittimi, in particolare degli Allievi che incontrano serie difficoltà a trovare imbarco e quelli di una certa anzianità che cambiano, non sempre per loro volontà, Società di Navigazione.
I nostri gloriosi Istituti Nautici in seguito alla riforma delle scuole superiori, hanno cambiato organizzazione didattica con una diversa distribuzione delle ore di insegnamento nelle materie professionalizzanti, fermo restando le competenze necessarie per le esigenze formative degli allievi come richiesto dal mercato del lavoro.
Le norme scaturite dalla STCW 78/95 e gli emendamenti adottati a Manila alla stessa Convenzione entrati in vigore il 1°Gennaio 2012, hanno generato confusione nel mondo marittimo e tutti si augurano che vengano emanate disposizioni necessarie per consentire ai marittimi e allo stesso armamento nazionale di essere in linea con queste norme.
Oggi si fa un gran parlare di formazione e opportunità di lavoro ma, nel caso degli allievi ufficiali, assistiamo ad un’inquietante contraddizione: coloro che escono dagli Istituti Nautici sono pronti a entrare nel mondo del lavoro, tuttavia esiste uno sbarramento che impedisce loro l’imbarco.
Dunque investiamo per formare i nostri ragazzi e poi non gli consentiamo di mettere a frutto la loro preparazione? E’ proprio così, ed è la stessa Legge italiana ad avere i presupposti di una incompatibilità che rischia di fare scomparire un’intera categoria di professionisti dal nostro Paese.
Dal nostro osservatorio diretto, come riportato su “Vita e Mare”, constatiamo ogni giorno che l’imbarco di questi ragazzi è diventato sempre più difficoltoso.
Le navi battenti bandiera italiana, che dovrebbero accogliere almeno un allievo per ogni unità iscritta al registro internazionale, non osservano tale obbligo, salvo rare e virtuose eccezioni.
Come riportato sempre su“Vita e Mare”, il nostro Paese sta vivendo una grave crisi economica e politica, con crescita di disoccupazione e conseguente povertà che coinvolge un terzo delle famiglie; in questo scenario si inserisce la crisi occupazionale che ha investito il settore marittimo italiano ma nessuno ne parla perché i marittimi sono una piccola forza lavoro, senza peso politico.
Riteniamo che non si possa rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo nel mondo marittimo italiano e al silenzio che lo circonda nonchè alla mancanza di iniziative per sbloccare la situazione.
Com’è noto Il Collegio Nazionale porta avanti tutte quelle iniziative necessarie per la tutela degli interessi del personale marittimo con occhio particolare all’importanza di una adeguata formazione della gente di mare, scaturita dai grandi cambiamenti intervenuti negli ultimi anni nel mondo dello “shipping” con la consapevolezza di un rilancio delle professioni e delle vocazioni marittime nel nostro Paese.
Per concludere, ricordo a tutti che abbiamo bisogno della vostra partecipazione che ci dia la forza di proseguire nelle nostre e vostre battaglie, rinnovando nel contempo il ringraziamento a tutti i soci ed ai vari sostenitori che con il loro contributo, che ci auguriamo venga rinnovato attraverso il versamento della quota annuale di iscrizione, hanno fatto crescere la Delegazione di Cagliari, facendo conoscere il Collegio stesso come voce professionale nelle attività marittime in Sardegna.
La soddisfazione del sottoscritto deriva anche dal fatto, come già ricordato varie volte, che molti giovani anche fuori dalla Sardegna si rivolgono alla Delegazione di Cagliari nella quale trovano punto di riferimento per un adeguato aggiornamento professionale, per trovare imbarco o per qualsiasi dubbio inerente la loro attività. Sicuro della collaborazione che continuerete a dare a questa Delegazione, non mi resta altro che inviarvi i miei più cari saluti.