ono trascorsi centosessanta anni da quel 20 luglio 1865, quando un Regio Decreto istituiva formalmente il “Corpo delle Capitanerie di Porto”, affidando a questa nuova realtà il compito di vigilare sulla sicurezza della navigazione e sulla disciplina marittima nei porti del Regno d’Italia. Da allora, il cammino del Corpo delle Capitanerie di porto – oggi Guardia Costiera – ha seguito, spesso anticipato, il battito del mare e della Nazione, interpretando i mutamenti della società e del traffico marittimo, le innovazioni tecnologiche e le nuove sensibilità ambientali, senza mai perdere di vista il proprio cardine: la tutela della vita umana in mare.
Il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera è nato in un’Italia appena unita, figlio della necessità di dare ordine e regolamentazione al nuovo sistema marittimo nazionale. Sin dai primi decenni, i suoi uomini hanno incarnato un modello di rigore, abnegazione e fedeltà al servizio. Ufficiali e sottufficiali, marinai e operatori hanno vegliato sulle coste, dentro e fuori dai porti, giorno e notte, con qualsiasi tempo, per garantire la sicurezza della navigazione e la legalità in mare.
Nel corso della storia italiana, il Corpo ha attraversato le grandi stagioni nazionali: dalle due guerre mondiali alle ricostruzioni, dai boom economici alla crisi energetica, dai traffici del dopoguerra ai nuovi scenari globali del XXI secolo. Ha accolto nuove funzioni – come la vigilanza sulla pesca, la lotta all’inquinamento, la gestione dei flussi migratori – trasformandosi in un’istituzione moderna e poliedrica, senza mai smarrire la propria vocazione di presidio umano e istituzionale lungo la linea di confine tra terra e mare.
Oggi, nel 2025, la Guardia Costiera è una realtà complessa e capillare, articolata in 300 sedi lungo le coste italiane, nelle isole maggiori e minori, nei principali porti, nei centri di ricerca e monitoraggio marittimo. Ogni giorno, oltre undicimila uomini e donne – tra militari e civili – assicurano funzioni vitali per la sicurezza collettiva: il coordinamento dei soccorsi in mare, la vigilanza sul traffico marittimo, il controllo delle attività di pesca, la tutela delle risorse ambientali e la protezione dell’ecosistema marino.
È in mare che si misura la vocazione più profonda del Corpo. Dal 1865 ad oggi, migliaia di vite sono state salvate grazie all’intervento tempestivo e competente dei soccorritori della Guardia Costiera. Che si tratti di piccoli natanti in difficoltà, di navi commerciali in emergenza, di migranti in fuga da guerre e miserie, la risposta è sempre la stessa: esserci. Con ogni mezzo, con ogni energia, con ogni forma di coraggio.
Negli ultimi decenni, il concetto di sicurezza si è ampliato, abbracciando nuove e fondamentali frontiere: l’ambiente, la sostenibilità, l’equilibrio degli ecosistemi. La Guardia Costiera ha saputo farsi interprete di questa nuova sensibilità, assumendo un ruolo da protagonista nella difesa del patrimonio marino e costiero. Dai controlli sull’inquinamento alle campagne contro la pesca illegale, dalla sorveglianza delle aree marine protette al monitoraggio dei fondali, l’impegno ambientale è ormai una dimensione strutturale della sua missione.
Questa nuova vocazione si inserisce in un contesto globale, nel quale le sfide legate al clima, alla biodiversità e allo sfruttamento delle risorse pongono ogni giorno interrogativi urgenti. L’Italia, con i suoi oltre ottomila chilometri di coste e un patrimonio marino unico in Europa, ha bisogno di un Corpo all’altezza di questa responsabilità. La Guardia Costiera, forte della sua storia e della sua capacità di innovarsi, risponde con competenza e spirito di servizio.
L’evoluzione del Corpo non è solo nei compiti, ma anche nei mezzi e nella formazione. La flotta aeronavale della Guardia Costiera è oggi una delle più moderne d’Europa, dotata di motovedette di ultima generazione, elicotteri, droni e strumenti di monitoraggio satellitare. I centri operativi – primo fra tutti il Comando generale – operano in sinergia con le agenzie europee e con gli organismi internazionali, in uno scenario interconnesso e in continua trasformazione.
Allo stesso tempo, la formazione del personale si è adeguata ai nuovi standard: accanto alla preparazione tecnico-marittima, oggi il personale è istruito in ambito giuridico, ambientale, informatico e linguistico. Il futuro della Guardia Costiera passa dalla sua capacità di attrarre nuove generazioni di professionisti, capaci di unire alla passione per il mare la competenza necessaria a gestire una realtà sempre più complessa.
La forza della Guardia Costiera non sta solo nella tecnologia, nei mezzi o nell’organizzazione: risiede prima di tutto nel valore umano di chi ne fa parte. Uomini e donne che hanno scelto una vita di servizio, fatta di sacrificio, di dedizione, di prontezza. Una comunità che è parte integrante del tessuto civile e sociale delle coste italiane, sempre pronta a tendere una mano, a soccorrere, a informare, a proteggere.
Il 160º anniversario del Corpo non è solo un’occasione celebrativa, ma un momento di riflessione su cosa significhi oggi essere custodi del mare. È un invito a riconoscere il ruolo vitale che il Corpo svolge ogni giorno, spesso lontano dai riflettori, in silenzio ma con efficacia. È anche un impegno a sostenerne la crescita, a garantirne le risorse, a promuoverne il valore educativo e culturale.
Lo slogan scelto per questo importante traguardo – “Ancorati al passato, con rotta verso il futuro” – racchiude l’essenza del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera. Il passato non è solo memoria, ma fondamento solido di valori, di esperienze, di identità. Il futuro è la direzione verso cui si tende, con determinazione e apertura al cambiamento.
Nel solco di 160 anni di storia, la Guardia Costiera continuerà a tracciare la sua rotta, fedele alla propria missione e pronta ad affrontare le sfide che verranno. Perché il mare cambia, il mondo cambia, ma il bisogno di sicurezza, legalità, giustizia e umanità resta sempre lo stesso. E finché ci sarà mare, ci sarà una Guardia Costiera pronta a custodirlo.