La compagnia Grendi, visto il fallimento della trattativa dell’Autorità del Sistema Portuale del mare di Sardegna con Pifim, torna a chiedere che venga esaminata la sua istanza di concessione di una parte del Porto Canale di Cagliari, avanzata nell’ottobre del 2019, dichiarando di essere pronta ad assumere 20 lavoratori ex CICT e ad attrarre nuovo traffico. Adesso, mentre le aree stanno per essere definitivamente liberate da parte di CICT, Grendi ha inviato un sollecito alla Port Authority per chiedere che la sua istanza venga finalmente analizzata.
“Crediamo che possa essere vantaggiosa sotto diversi punto di vista – dichiara Antonio Musso, Amministratore Delegato di Grendi Trasporti Marittimi – Abbiamo fatto domanda per 400 metri di banchina e 96mila metri quadrati di piazzale, ma siamo pronti ad ‘accontentarci’ anche di meno, ci basterebbero 300, 350 metri di banchina e i relativi 70mila metri quadrati di aree di piazzale”. Da tener presente che il rilascio della concessione non precluderebbe l’arrivo di un altro operatore.
Nel terminal che attualmente gestisce nel capoluogo sardo, Grendi nel 2020 ha movimentato oltre 32mila TEUs di traffici provenienti o diretti all’estero, offrendo i servizi di logistica a clienti come Hapag-Lloyd e MSC, oltre ai traffici pari a 8 mila TEUs generati ‘in proprio’ nella relazione con Marina di Carrara. Per farlo, ha già assunto 6 ex dipendenti di CICT (2 amministrativi e 4 operatori) e adesso, nel caso dovesse avere l’altra concessione, sarebbe pronta ad assumerne altri 20. Nel terminal all’interno del Porto Canale verrebbe inoltre spostato il servizio settimanale operato da MSC e non è escluso che possano essere attratti nuovi servizi da parte del liner tedesco.
Intanto oggi è arrivata a Cagliari la “Wedelsborg” costruita nel 2014 dal cantiere navale Visentini , lunga 180 metri, con 2.550 metri lineari di capacità di carico, battente bandiera italiana che andrà a sostituire la “Severine” sulla linea con Marina di Carrara apportando un un significativo aumento della capacità di stiva. Nicola Silenti (ilsarrabus.news)
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