Ogni crisi va vista come opportunità, perché si accompagna a una presa di coscienza, a reazioni e ad azioni volte a superarla. L’emergenza Covid-19 ci ha lasciato perdite umane nel breve-medio termine, ma anche una distruzione sociale ed economica che si è accompagnata alla reazione e forse per certi versi all’iper-reazione a essa. L’Italia non può permettersi che un evento epocale come questo trascorra senza che avvenga un ripensamento radicale del sistema Paese, inclusa, fra le priorità, la logistica.
L’Italia come piattaforma logistica dovrà riprogettarsi al fine di concorrere alla pari con gli altri grandi Paesi industriali o comunque strategici sul piano dei trasporti internazionali. Le politiche industriali sono strettamente interdipendenti dalla logistica e dalla geopolitica. La logistica italiana come sistema va rinforzata tramite una governance dedicata e una consapevolezza politica assai più puntuale. Se analizziamo le azioni del nostro Governo notiamo la tendenza a non percepire la logistica come una delle condizioni primarie se non forse la condizione primaria della ripresa. Il recente decreto Semplificazioni ha deluso le aspettative degli addetti ai lavori per quanto riguarda porti e interporti.
Si sta profilando una grande occasione mancata per fare un salto di qualità nel sistema Paese. Il premier Conte ha più volte dichiarato che lo Stato deve «affrancarsi» dalle catene che ne hanno rallentato lo sviluppo, con «ripercussioni sui livelli occupazionali» e ha auspicato che da questa crisi esca «un’Italia migliore, più semplice, più digitale, più innovativa e più inclusiva». In tal senso «la semplificazione amministrativa, la deburocratizzazione e la digitalizzazione del Paese sono le priorità del Governo».
Diviene necessario dare risposte immediate non soltanto per superare questa situazione di crisi, ma anche per fronteggiare a livello sistemico questa ed altre emergenze. Occorre sviluppare piani logistici nazionali tali da rimediare alle vulnerabilità delle filiere di approvvigionamento e di quelle produttive.
Nell’Allegato al “Documento di Economia e Finanza 2020 #italiaveloce L’Italia resiliente progetta il futuro: nuove strategie per trasporti, logistica e infrastrutture”, si trova citata la logistica quale elemento strategico sul piano nazionale. Il documento evidenzia sin dalle prime righe «il ruolo strategico del trasporto delle merci e della logistica come driver insostituibile per il sostentamento in questa fase congiunturale e per lo sviluppo dell’economia».
Da tale affermazione ci si aspetta che derivino semplificazioni, formazione, sburocratizzazioni, informatizzazione, innovazione dei processi, monitoraggio intensivo nei settori logistico e infrastrutturale. Sempre nel documento Allegato al DEF2020 si nota il bisogno di avviare interventi rilevanti per il settore dei trasporti e della logistica per renderlo concorrenziale principalmente sul piano internazionale. Si dovrà redigere il nuovo Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL), il cui iter tecnico è stato già avviato.
In tale scenario il Freight Leaders Council si è messo a disposizione dei portatori d’interessi del comparto andando a costituire il Think Tank della Logistica (TTL). Questo tavolo di lavoro si riunisce periodicamente per scambi di idee e confronti su proposte e progetti. Il TTL ha proposto cinquanta misure di semplificazione della logistica, documenti su logistica urbana e sull’impatto dell’e-commerce. Sta inoltre lavorando su un altro documento in rapporto all’economia del mare e suggerisce di trattare il tema urgente della digitalizzazione dei trasporti marittimi.
È giunta l’ora di passare alle misure operative. Si stanno piano piano costituendo le basi per un ripensamento della logistica di terra e di mare, affinché il Paese possa assumere un suo ruolo di spicco nello scenario geopolitico internazionale, ma occorre avere il contributo tempestivo di tutte le parti, se non si vuole perdere l’occasione e la spinta decisiva data dalla crisi presentatasi in questo 2020.
Nicola Silenti
(ilsarrabus.news)