La visita dei giorni scorsi al porto container di Gioia Tauro da parte dell’armatore Gianluigi Aponte è il suggello finale al ruolo sempre più centrale dello scalo calabrese nei trasporti via Mediterraneo e nei pensieri di un player di enorme peso come il gruppo MSC. Una visita che è molto più di un atto formale, soprattutto perché avviene a pochi giorni dall’acquisto dell’intero capitale dello scalo calabrese da parte di MSC, evento da tutti visto come la prima fase di una nuova strategia di rilancio della struttura.
Regista dell’episodio il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Gioia Tauro Andrea Agostinelli, autore dell’invito ufficiale ad Aponte a suggello del nuovo corso dello scalo. Lo stesso Aponte a margine della visita, approfittando della visibilità mediatica dell’incontro ha chiesto «la collaborazione di tutte le autorità per il raggiungimento dell’obiettivo di rendere Gioia Tauro un porto sicuro e rispettabile sul mercato», attraendo così sempre nuovi clienti per imporsi da protagonista sulla concorrenza mediterranea.
Un programma ambizioso, quello di Gioia Tauro, che fa a pugni con lo stallo che imperversa da troppo tempo attorno al Porto canale di Cagliari, da alcuni giorni messo ufficialmente sul mercato con tanto di avviso pubblico sulla gazzetta ufficiale e sui più importanti media internazionali del settore. Uno scalo, quello industriale del capoluogo sardo, alla ricerca di una nuova compagine terminalista che riesca nell’impresa di rilanciare il traffico container nell’Isola, scommettendo su un compendio tutt’altro che povero di opportunità e di numeri.
Uno scalo che può avvalersi anche del vicino servizio di bunkeraggio offerto dalla Saras per il rifornimento di carburante alle navi in transito. Un pacchetto di risorse che viene affidato in concessione a un canone annuale di poco più di due milioni di euro, con una serie di clausole remunerative ulteriori per chi saprà garantire una serie di obiettivi tra cui la crescita del traffico nello scalo e il reimpiego della manodopera. Insomma premialità ma anche penalità che avrebbero potuto essere ammorbidite almeno per i primi anni.
Sul versante calabrese l’arrivo di Aponte a Gioia Tauro avviene a pochi giorni dall’acquisto dalla Cina di tre Gantry cranes, tipologia di gru tra le più grandi del mondo, a cui faranno seguito altre tre il prossimo anno. Un nuovo parco gru di banchina in grado di operare con navi portacontainer di grandi dimensioni per carichi fino a 22mila teu, macchine tra le più grandi del mondo con un’altezza di 87 metri e braccia che possono operare su ventiquattro file di container, con una portata compresa tra le 65 e le 75 tonnellate a seconda della configurazione e che per essere operative richiedono appena una settimana d’installazione in banchina e qualche mese di prova.
Un acquisto che conferma quanto il nodo infrastrutturale sia la vera chiave di volta nella concorrenza mondiale tra scali: una concorrenza che si gioca tutta sulla celerità delle operazioni di carico e scarico, e dunque su strutture efficienti e su personale addestrato a compiere operazioni rapide ed efficaci. Un restyling, quello del parco gru dello scalo calabrese, che fa parte di un pacchetto di investimenti concordati tra Autorità portuale e gruppo Aponte e dell’ambiziosa strategia di dare nel breve periodo allo scalo la leadership del settore nel Mediterraneo.
Una leadership legata a doppio filo alla presenza strategica di un operatore proprio come Gianluigi Aponte, alla guida non soltanto della seconda compagnia merci più grande del mondo dopo la danese Maersk-Line, ma anche di MSC crociere, della compagnia Snav e della sua flotta di aliscafi e traghetti impegnati nei collegamenti con le principali isole italiane e del 50 per cento del capitale della compagnia Grandi Navi Veloci. Un universo di attività e di interessi che sono un segnale inequivocabile di come il rilancio dei porti industriali italiani passi soprattutto dal coinvolgimento diretto degli operatori privati, veri protagonisti della portualità e della marineria italiana.
Nicola Silenti
(ilsarrabus.news)