Chiamarli eroi sembra un vezzo. Una pratica maldestra che ha tanto dell’ipocrisia pelosa di chi pensa di poter risarcire, con le parole di un giorno, la noncuranza e l’indifferenza riservata per tutto il resto del tempo a chi ha la sola colpa di fare al meglio il proprio dovere. Eppure anche ai più virtuosi della lingua italiana appare impossibile trovare un altro termine in grado di rendere appieno la grandezza dei tanti marittimi italiani “eroi del quotidiano”, impegnati ai quattro angoli del pianeta col proprio lavoro a esibire con fierezza il volto più nobile della nostra tradizione marinara.
Esempi come quello di Gennaro Arma, il Comandante della nave da crociera “Diamond Princess” al quale è stata conferita dal presidente della Repubblica Mattarella l’onorificenza di commendatore per la sua condotta esemplare durante la quarantena nelle acque di Yokohama lasciando per ultimo la nave.
Esempi eclatanti, dicevamo, ma soprattutto esempi meno appariscenti eppure non meno nobili e ardimentosi, prassi quotidiana di una marineria su cui nessuno accenderà mai i riflettori e di cui tuttavia possiamo andare a giusto titolo orgogliosi. Esempi di un valore senza fronzoli taciuto ai più per discrezione, misura e umiltà come nel caso,questa volta,di un Direttore di macchina e precisamente Gennaro Cibelli. Anche questa è una storia che, in qualche maniera, accomuna i due Gennaro. Il primo, proveniente dalla penisola sorrentina, il secondo dall’isola di Procida. Gennaro Cibelli è approdato con la sua nave portacontainer in Cina nel pieno dell’ emergenza Covid-19 il 22 gennaio scorso e attualmente a Busan nella Corea del Sud. Mentre scriviamo la nave è all’ancora insieme a tante altre navi da carico ferme per il blocco totale che sta penalizzando il gigante cinese, con il 95 per cento delle fabbriche chiuse e una produzione ridotta ai minimi termini, senza pertanto volumi minimi di import/export per i quali valga la pena di tenere la nave commercialmente operativa.
Al momento a bordo stanno tutti bene con controlli a intervalli regolari dai sanitari locali adottando tutte le disposizioni emanate per il settore marittimo dal WHO, mantenendo una calma tenace, la lucidità e il sangue freddo necessari per tenere sotto controllo i nervi e impedire che il panico prenda il sopravvento. Dei 21 componenti dell’equipaggio, tre sono italiani, sei del Montenegro, due croati, un serbo e dieci indonesiani. Un equipaggio a ben vedere tutt’altro che folto di per sé in condizioni normali, eppure abituato a governare un gigante lungo 400 metri, largo 62 e in grado di trasportare un carico di 23 mila Teus con un enorme impianto macchina che Gennaro riesce a gestire con la sua capacità e con spirito di abnegazione per un lavoro, quello marittimo, forse, conosciuto da pochi.
Nicola Silenti
(ilsarrabus.news)