Stravolti dalla fatica, lontani dalle famiglie e dagli affetti più cari, minati nella stabilità non soltanto economica del posto di lavoro e travolti dal pensiero lacerante della propria sorte. Nell’epoca infausta del Coronavirus il lavoro dei marittimi impiegati a bordo delle navi specie da crociera è quanto mai un accidente in balia della volontà degli Stati e degli eventi. Una sorte infausta da condividere con i malcapitati passeggeri delle navi coinvolte nella pandemia, gli uni e gli altri da affidare a personale medico competente.
Ne sanno qualcosa le 1255 persone a bordo della nave da crociera Costa Diadema, approdata qualche giorno fa a Piombino dopo infinite peripezie e un vagabondare in mare durato giorni interminabili alla disperata ricerca di un porto che consentisse l’attracco. Un’odissea che ha consentito ai tanti sventurati passeggeri di vivere emozioni e stati d’animo ben note ai circa cento membri dell’equipaggio, addestrati alle peripezie del mare e troppo spesso vittime incolpevoli di quelle della terraferma.
La vicenda della Costa Diadema può essere considerata a ragione un segno eloquente di questi tempi irrequieti e irragionevoli: una nave battente bandiera italiana con un equipaggio per una buona parte di nazionalità italiana respinto dalle coste d’Italia per le logiche perverse di una politica prigioniera della paura e di sindaci troppo spesso non all’altezza del ruolo. Una congerie esplosiva d’inefficienza e inettitudine che diventa una barriera insuperabile quando entra in gioco la burocrazia. A ogni buon conto, a sbloccare la vicenda è stato l’intervento del sindaco di Piombino che, dopo l’amara sfilza di dinieghi incassata dalla Costa Diadema, ha risposto finalmente in modo positivo alla richiesta di autorizzazione allo sbarco.
Un placet, quello del sindaco, arrivato tuttavia solo dopo le rassicurazioni offerte dal governo di Roma circa la sicurezza della cittadinanza piombinese e le procedure sanitarie da mettere in campo per consentire che lo sbarco avvenisse in piena sicurezza: una sicurezza garantita dall’intervento del personale del servizio sanitario marittimo, salito a bordo della nave per le visite di rito all’equipaggio e per risolvere le procedure per il trasporto dei casi sospetti di Covid 19 negli ospedali attrezzati.
In questi momenti siamo di nuovo alle prese con un’altra emergenza riguardante una nave della Costa Crociere proveniente da Mauritius che, dopo una sosta in India, vorrebbe attraccare al porto di Napoli. Lo annuncia il governatore della Campania Vincenzo De Luca precisando che a bordo della nave ci sono 780 membri di equipaggio ci cui 113 italiani che possono e devono sbarcare, ma ci sono anche cittadini di altri Paesi soprattutto filippini con una situazione allucinante in quanto il loro governo ha chiuso le frontiere anche per i propri cittadini.
L’emergenza delle navi da crociera purtroppo non è ancora finita ed è per questa ragione che è sempre attivo il tavolo nazionale che esaminerà le necessità di come ridistribuire le varie navi in giro per il mondo che chiederanno di tornare nei nostri porti.
Nicola Silenti
(ilsarrabus.news)