Un anno da record per i porti italiani. A sentire il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio il 2016 è stato un vero e proprio anno di grazia per l’economia marittima nazionale e per il sistema degli scali della Penisola. Un risultato espresso con soddisfazione dal ministro ad Ancona in occasione dell’avvio dei lavori per il potenziamento del porto del capoluogo marchigiano, un snodo strategico nei traffici dell’Adriatico e del versante orientale del Mediterraneo.
Delrio ha approfittato dei lavori al porto di Ancona per annunciare i risultati positivi ottenuti dagli approdi italiani nel 2016, con gli oltre 11 milioni di passeggeri transitati e gli oltre 10 milioni e mezzo di containers movimentati. Dati che segnalano un indubbio «record storico» e un trend di ripresa del sistema di settore, senza dimenticare i dati altrettanto lusinghieri su traffico merci e afflusso di crocieristi in diversi porti dello Stivale, a conferma di una indiscutibile reattività e vitalità generale del sistema delle infrastrutture portuali. A conti fatti, al netto delle dichiarazioni a favore di stampa le parole del Ministro sembrano mostrare una rinnovata sensibilità del mondo politico e istituzionale verso il sistema nazionale delle infrastrutture e più in generale verso l’economia marittima, per troppo tempo sminuita nella sua portata dirompente se non addirittura trascurata. Da accogliere senza dubbio nel senso positivo di un cambio di passo d’insieme il dato positivo di una crescita dell’1,7% registrato nel 2016 da Contship Italia nella movimentazione delle merci nei propri terminal marittimi nazionali, e di un ulteriore più 9,7% nel trasporto intermodale, sia marittimo che terrestre. Un dato certamente importante da mettere in risalto nell’economia di settore, se si considera la leadership del gruppo nel settore della logistica dei terminal containers in scali strategici come La Spezia, Ravenna, Gioia Tauro e Cagliari.
Numeri positivi che, letti in uno sguardo d’insieme, segnalano l’apertura di spiragli interessanti di crescita nei mercati dell’Europa meridionale, sebbene i volumi trasportati negli scali di Cagliari e Gioia Tauro non abbiano fatto registrare una vera e propria svolta positiva, specie nel capoluogo sardo dove
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le unità movimentate nel porto industriale sono state circa 15mila in meno rispetto all’anno precedente. Di certo anche il 2016 si è chiuso all’insegna del porto di Genova, capace di segnare ancora una volta una serie impressionante di numeri record nei settori del traffico dei containers e delle crociere, con oltre un milione di passeggeri trasportati in più rispetto all’anno precedente. Numeri di buon auspicio, che vanno ad aggiungersi all’incremento dei passeggeri dei traghetti (più 4,4%) per un totale di oltre 3 milioni di persone trasportate per una crescita complessiva pari al 9 per cento.
Aspettative tutt’altro che deluse anche dai porti del nord Sardegna, cresciuti rispetto al 2016 nel traffico passeggeri di oltre il 17%. Un aumento pari a quasi 650mila passeggeri trasportati in più negli scali di Olbia, Porto Torres e Golfo Aranci, per un totale di quasi 4 milioni e mezzo di persone transitate: numeri di un bilancio che di questi tempi appare mirabolante anche agli occhi dei più scettici, per di più se si considera che dalle ultime analisi sono esclusi i dati sul trasporto crocieristico, che nel solo 2016 hanno riguardato, nei porti della Sardegna settentrionale, oltre 200mila turisti. Tutte cifre che pongono le realtà nord isolane in netta controtendenza rispetto alla media nazionale, tutt’ora in calo: un segnale inequivocabile della vocazione dell’Isola al ruolo di crocevia dei traffici del Mediterraneo occidentale.
(admaioramedia.it)
Nicola Silenti